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Il rogo sul traghetto, il racconto di un imprenditore che sulla nave aveva un carico di vino pregiato

Sono passati tre giorni dallo scoppio dell'incendio al porto di Palermo sul traghetto La Superba della compagnia Gnv e i passeggeri già contano i danni possibili. Potrebbero ammontare a diverse migliaia di euro quelli di due imprenditori del Nisseno, che erano in procinto di andare a Milano per consegnare vino pregiato. La vicenda viene raccontata a Tgs in questa intervista raccolta da Ivana Baiunco. A parlarne è Michele Bonfanti, imprenditore di San Cataldo.

«Purtroppo non abbiamo informazioni ufficiali sulle auto rimaste a bordo della nave - dice Bonfanti - e solo da voci di corridoio sappiamo che le auto che non sono state bruciate potrebbero comunque essere allagate. La mia era al al piano inferiore, penso sia allagata e non bruciata». L'imprenditore sancataldese era diretto a Milano. «Con un collega - racconta - dovevo andare a consegnare del vino pregiato, documentato da fatture che ho emesso prima del trasporto. Il danno, se il carico non sarà recuperato, è notevole, diverse decine di migliaia di euro».

Oltre al danno economico, ci sono poi grossi disagi per chi è rimasto a terra, lasciando tutto sulla nave. «Non ho documenti con me - dice Bonfanti - perché abbiamo lasciato tutto in cabina. Lunedì è stata una giornata da Odissea. La Gnv mi ha aveva prenotato un'auto per tornare a Caltanissetta. Dall'albergo alla sede dell'azienda presso la quale avrei dovuto ritirare l'auto ci sono 3 chilometri e per fortuna ho potuto prendere il taxi. Nel telefonino infatti avevo caricato le carte di credito, che mi sono servite anche per alcune spese necessarie come spazzolino, dentifricio, sapone e qualche indumento. Arrivato nella sede della ditta, l'amara sorpresa. Non potevano darmi l'auto perché ero senza documenti. Mi sono spostato presso un commissariato di polizia, ma qui c'era un'altissima mole di lavoro e non ho potuto fare la denuncia di smarrimento dei documenti. Mi hanno chiesto di tornare il giorno dopo».

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